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PHILIP PULLMAN
IL BUON GESU' E IL CATTIVO CRISTO
Traduzione di Maurizio Bartocci
PONTE ALLE GRAZIE
Titolo originale: The Good Man Jesus and the Scoundrel Christ
Il nostro indirizzo Internet è: www.ponteallegrazie.it
Visita www.InfiniteStorie.it il grande portale del romanzo
Ponte alle Grazie è un marchio di Adriano Salani Editore S.
Gruppo editoriale Mauri Spagnol
© Philip Pullman 2010
Published by arrangement with Canongate Books Ltd,
14 High Street, Edinburgh EHI ITE
© 2010 Adriano Salani Editore S.p.A. - Milano
ISBN 978-88-6220-118-6
L'autore
PHILIP PULLMAN
è nato nel 1946 a Norwich. Ha vissuto in Australia e nello
Zimbabwe e ha studiato in Africa e in Galles. Si è laureato in Letteratura
inglese a Oxford, dove vive attualmente. Per molti anni ha lavorato come insegnante.
Ha raggiunto fama e successo internazionali grazie alla trilogia:
Queste oscure materie «La bussola d'oro, La lama sottile e Il cannocchiale d'ambra),
tradotta in trentanove lingue e pubblicata in Italia da Salani. Dalla
Bussola d'oro e da un altro suo romanzo, La farfalla tatuata, sono stati tratti film di
grande successo. Alla sua prolifica produzione letteraria appartengono
romanzi, racconti e adattamenti teatrali, per i quali ha ottenuto numerosi
riconoscimenti, quali la Carnegie Medal, il Guardian Children's Fiction Prize, lo
Smarties Prize, l'Astrid Lindgren Memorial Award, il Whitbread Book of the Year
Award e l'Order of the British Empire
Visita il sito: www.philip-pullman.com
Il nostro indirizzo Internet è: www.ponteallegrazie.it
Il buon Gesù e il cattivo Cristo
«Uno straordinario riadattamento delle storie evangeliche».
The Independent
«Un libro di smagliante inventiva. Pullman riesce a creare una versione ipnotica
della storia...»
Financial Times
«Un libro magnifico... Cinquecento anni fa Pullman sarebbe finito sul rogo come
eretico. Oggi le sue idee infiammano il dibattito».
The Church of England Newspaper
«Un'opera postmoderna, che ogni lettore può interpretare a modo suo. E' il frutto di
un narratore di indiscusso talento».
Times Literary Supplement.
Giuseppe e Maria.
Questa è la storia di Gesù e di suo fratello Cristo, di come nacquero, di come vissero
e di come morì uno di loro. La morte dell'altro esula da questa
narrazione. Come tutti già sapranno, la madre si chiamava Maria. Era figlia di Anna e
Gioacchino, una coppia di anziani devoti e benestanti che,
nonostante le preghiere, non aveva mai avuto figli. Il fatto che Gioacchino non avesse
mai generato prole era visto come un'onta; un'onta che egli sentiva
profondamente. Anna era infelice quanto lui.
Un giorno, vedendo un nido di passeri su un albero d'alloro, scoppiò a piangere
pensando che, al contrariodi lei, persino gli uccelli e gli animali potevano mettere al
mondo i loro piccoli. Alla fine, però, forse proprio grazie alle loro fervide preghiere,
Anna concepì e, arrivato il momento, partorì una femmina. Anna e Gioacchino la
consacrarono al Signore Iddio e la portarono al tempio per farne dono al
sommo sacerdote Zaccaria, il quale la baciò, la benedisse e la prese in sua custodia.
Zaccaria allevò la bambina come una colomba; lei danzava per il
Signore e tutti la amavano per la grazia e la semplicità che la contraddistinguevano.
Ma anche lei, come tutte le bambine, crebbe; e quando raggiunse
l'età di dodici anni, i sacerdoti del tempio compresero che era ormai vicino il
momento in cui avrebbe iniziato a sanguinare ogni mese. Cosa che,
naturalmente, avrebbe corrotto la sacralità di quel luogo. Cosa potevano fare? Dopo
essersi assunti la responsabilità della sua custodia, non potevano
certo cacciarla via di punto in bianco. Così Zaccaria pregò, e un angelo gli disse cosa
fare. Avrebbero dovuto trovarle marito, ma che fosse molto più
vecchio di lei; un uomo solido ed esperto. Un vedovo sarebbe stato perfetto. L'angelo
impartì istruzioni molto precise e promise che un miracolo avrebbe
confermato che l'uomo scelto era quello giusto. Dunque, Zaccaria convocò tutti i
vedovi che fu in grado di trovare. Questi uomini avrebbero dovuto
presentarsi con una verga. Ne arrivarono una dozzina, alcuni giovani, alcuni di mezza
età, alcuni vecchi. Tra loro c'era un falegname di nome Giuseppe.
Zaccaria, attenendosi alle istruzioni impartite dall'angelo, raccolse le verghe, sulle
quali concentrò la sua preghiera prima di restituirle ai legittimi
proprietari. Giuseppe fu l'ultimo a riavere la sua, che fiorì non appena l'ebbe presa in
mano. «Il prescelto sei tu!» gli disse Zaccaria. «E' volontà del
Signore che tu sposi la giovane Maria». «Ma io sono vecchio!» si schermì Giuseppe.
«E ho figli maschi più grandi di lei. Diventerò lo zimbello di tutti».
«Obbedisci» ribatté Zaccaria, «o dovrai affrontare l'ira del Signore. Ricordati di quel
che accadde a Core». Core era un levita che aveva osato sfidare
l'autorità di Mosè. Per punizione, la terra gli si aprì sotto i piedi e inghiottì lui e tutta
la sua famiglia. Giuseppe aveva paura ma, riluttante, acconsentì a
prendere in moglie la fanciulla, conducendola presso la sua dimora.
«Tu dovrai restare qui mentre io sarò via a lavorare» le disse. «Tornerò presto. Il
Signore veglierà su di te». Nella casa di Giuseppe, Maria lavorava
sodo e teneva una condotta modesta, tanto che nessuno avrebbe potuto muoverle una
sola critica. Filava la lana, infornava il pane, attingeva l'acqua dal
pozzo e, intanto che cresceva e diventava una giovane donna, erano in molti a stupirsi
di questo insolito matrimonio e dell'assenza di Giuseppe. Altre
persone, inoltre, specialmente i giovinetti, provavano a parlarle, a sorriderle con
simpatia, ma lei era sempre di poche parole e con gli occhi bassi. La
sua semplicità e la sua bontà erano un dato di fatto. Intanto il tempo passava.
La nascita di Giovanni.
Ebbene, il sommo sacerdote Zaccaria era vecchio come Giuseppe, e avanti negli anni
era anche sua moglie Elisabetta. Alla pari di Anna e
Gioacchino, per quanto li desiderassero, non avevano mai avuto figli. Un giorno
Zaccaria vide un angelo, che gli disse: «Tua moglie ti darà un figlio, che
tu chiamerai Giovanni». Sgomento, Zaccaria rispose: «Ma come può essere? Io sono
vecchio e mia moglie è sterile». «Accadrà» rispose l'angelo. «Ma
siccome non hai creduto alle mie parole, resterai muto fino a quel giorno». E così fu.
Zaccaria perse la parola. Ma non molto tempo dopo, Elisabetta
concepì un figlio; la donna era estasiata perché la sterilità era stata una disgrazia dura
da sopportare. Quando arrivò il giorno, partorì un maschio.
Quando fu il momento di circonciderlo e di dargli un nome, Zaccaria prese una
tavoletta e vi scrisse sopra 'Giovanni. I parenti rimasero sorpresi, perché
nessuno nella loro famiglia aveva mai portato quel nome; ma non appena ebbe
terminato di scriverlo, Zaccaria riacquistò l'uso della parola e quel
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